Di tutto un po'......

domenica 25 marzo 2012

L'estetica del riconoscimento in Hayao Miyazaki

"...Tutto scorre...Non ci si bagna due volte nello stesso fiume..."...E nello stesso fiume non si bagna la piccola Chihiro, protagonista de La città incantata, del maestro dell'animazione giapponese Hayao Miyazaki. Rivede però quel fiume dopo esservi scivolata dentro nel tempo vicino e remoto della prima infanzia,trovandolo cambiato: ora è un enigmatico ragazzo che le ispira teneri sentimenti,ma è anche un drago bianco e chissà quante altre cose,in egual modo...


Anche lo "spirito del cattivo odore",sgradevole quanto rinomato cliente del bizzarro istituto termale della "città incantata", si rivela in realtà un fiume,pronto a elargire i propri tesori alla volonterosa Chihiro che lo ha ripulito dalle scorie della (in)civiltà.


Essere acquatico è pure Fujimoto,autoritario padre di Brunilde/Ponyo,creaturina fatata la quale, nell'esplosione primigenia di vita che le si sprigiona intorno, oscilla fra vari stadi evolutivi;pesce..anfibio..uccello..Prima di stabilizzarsi come essere umano e sorellina di Sosuke,il piccolo coprotagonista di Ponyo sulla scogliera,che,dopo averla trovata sotto forma di pesciolina,sarà capace di riconoscerla in ogni suo mutamento.


Ed è proprio questa la cifra stilistica che caratterizza buona parte della più recente produzione cinematografica di Hayao Miyazaki rispetto ad altre tipologie di anime dove la metamorfosi è spesso presentata come smascheramento della menzogna e/o preludio all'attacco,con modalità simili a quelle degli incubi. In Hayao invece il riconoscimento ricorda uno di quei sogni nei quali incontriamo qualcuno (o qualcosa) e sappiamo che è QUEL qualcuno,sebbene non gli somigli affatto; per la semplice presenza di un atteggiamento..di un tic..di un'impressione...Perchè gli vogliamo bene.


A volte il permanere di quest'amore viene simboleggiato da un oggetto-feticcio, come il secchiello verde in cui Sosuke sistema Ponyo quand'è una pesciolina e che lei si porta dietro in ogni fase del suo travagliato percorso evolutivo;o come la scarpetta rosa indossata da Chihiro il giorno della sua caduta nel fiume Haku e che quest'ultimo ricorda ancora. Altre volte il riconoscimento è affidato esclusivamente a quella che potremmo definire "intuizione affettiva" dei personaggi,come nel caso di Sophie, protagonista de Il castello errante di Howl, in grado di riconoscere il camaleontico mago Howl persino sotto le sembianze meravigliose e terribili di gigantesco rapace, ed è riconosciuta a sua volta dall'amico pur nella continua mutevolezza anagrafica impostole da un sortilegio.


E un sortilegio sembra aleggiare sull'intero universo di Hayao Miyazaki,; fatto di giardinetti raccolti,marine che scorrono infinite sotto il pelo dell'acqua, misteriose gallerie capaci di mutare il tragitto dei personaggi in avventura. Fatto però soprattutto di incontri. Con vecchietti bizzosi o adorabili..con animali..con streghe o spiriti..conteneri mostriciattoli..con bambini tutti incredibilmente somoglianti a Heidi, la pastorella disegnata proprio da Hayao per il celebre cartone animato degli anni '70;valida alternativa ai più violenti(vd.Uomo Tigre o Ken il guerriero)o smaliziati(vd. l'incantevole Creamy o Giorgie) "fratelli" made in Japan nel suo sereno candore e nell'affetto per il nonno, Peter e Clara. Lo stesso affetto che la mutevolezza delle forme dei personaggi di Hayao Miyazaki non può in alcun modo scalfire.

1 commento:

  1. Io adoro "Il castello errante di Howl"! E' meraviglioso, il mio preferito!!! Mi piace moltissimo anche "La città incantata": sono due capolavori!!!

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