Di tutto un po'......

lunedì 27 agosto 2018

MARY E IL FIORE DELLA STREGA

Fuoco, rosso vivo. E una chioma del medesimo colore scarmigliata al vento impetuoso di una Laputa in fiamme. Mirabolanti edifici crollano nel vuoto, mentre l'esile figurina dai capelli rossi fugge disperatamente lungo i fianchi brulli dell'isola aerea che offrono appigli sempre più lievi, finché, giunta sul baratro, inforca una scopa e abbandona i suoi inseguitori per trovarne altri. Grandi creature alate la incalzano coi loro becchi spingendola giù, in un cielo che sfuma nei colori più tenui di una notte campestre. Anche i capelli della streghetta scoloriscono mentre lei può lasciarsi cadere stremata : il fiore così gelosamente custodito e difeso da chi lo voleva a ogni costo è salvo, gettato nel cuore del bosco dove già sta dando i suoi frutti. Alberi imponenti s'innalzano travolgendo i nidi in cui gli uccellini nascono e subito volano via; tutto in una notte.
Anni dopo quel bosco non esiste più, è una radura brulla dove quell'unico fiore spicca nel suo blu iridescente; è il Volo Notturno, o il "fiore della strega" dell'omonimo film opera prima dello Studio Ponoc, Mary e il fiore della strega. Mary è una goffa ragazzina ospite in campagna dalla prozia. Al contrario di Kiki (cfr. Kiki consegne a domicilio) non è una strega, ma anch'essa ha un gatto nero parecchio saggio e soprattutto il suo Tombo (qui è Peter), coetaneo un po' petulante che lei  detesta per non ammettere di volergli bene. Proprio a causa di una sfida con Peter, Mary si avventura nel bosco e scopre il potere del magico fiore che riesce a farla volare sulla scopa della prozia (sì, la streghetta in fuga era lei!), ma solo per qualche ora, finché la carica non si esaurisce.  Quando sul manico della scopa appare la spia rossa della "benzina", Mary deve prepararsi a fare un bel capitombolo a terra. Questo particolare in apparente antitesi con l'impostazione fiabesca della trama si lega invece perfettamente alle parole di Madama Mumblechook, preside dell' Endors College(la città aerea del prologo) dove la "strega" Mary è accolta per errore: " Anche l'elettricità è magia". Quindi la scienza è magia, e l'aspetto dell'Endors College , appunto più simile alla Laputa gulliveriana (nonché a quella dello Studio Ghibli) che a Hogwarts ne dà conferma: niente bacchette magiche né cappelli parlanti, ma alambicchi da alchimista e congegni meccanici come quello che trasporta il Dottor Dee, vicepreside della scuola e tipico scienziato pazzo. Come pazza è la "trasmutazione", meta finale del corso di studi non ancora realizzata al suo massimo livello: usare il Volo Notturno per trasformare un ragazzo in una creatura superiore e quasi onnipotente, prototipo di una nuova umanità. La cavia è Peter, accorso per salvare Mary, e sarà proprio la loro amicizia ad evitare che l'isola aerea venga nuovamente devastata, come molti anni prima, dall'uso sconsiderato di una forza naturale in grado però di distruggere la stessa natura se abusata dall'ambizione umana. La forza di un fiore blu brillante fin troppo simile al fungo verde atomico. Anche gli animali "trasmutati" dalle varie fasi sperimentali, sebbene più simili a Pokemon nel loro buffo imbarazzo, ricordano i poveri feti esposti alle radiazioni atomiche. E quando ridiventano sé stessi grazie a una magia di Mary e Peter ( poca, ma un po' di magia c'è) , viene da pensare a come sarebbe bello se ci fosse stato un libro degli incantesimi anche a Hiroshima, a Chernobyl o a Fukushima per poter riportare tutto come prima e disfarsi anche dell'ultimo fiore blu, perché dopotutto correre in bicicletta è come volare.

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