Di tutto un po'......

venerdì 16 agosto 2013

Warm bodies : un piccolo gioiello travestito da Halloween

Passato quasi in sordina rispetto alla notissima serie di Twilight firmata dagli stessi produttori,Warm bodies (letteralmente "corpi caldi",ma fin troppo simile a "worm bodies- "corpi bacati"), tratto dal romanzo di Isaac Marion,  resta uno dei film più originali ed eloquenti degli ultimi anni.
Corpo bacato è senza dubbio quello di Erre ; ragazzo troppo pallido, troppo timido, troppo incassato nelle spalle mentre cammina. D'altra parte non ci si può aspettare più di tanto da lui,perchè Erre è uno zombie. Lo sono tutti in città,o meglio,in quella che era la città prima che l'improvvisa zombificazione di massa costringesse gli umani superstiti a barricarsi in una rocca fortificata e amministrata da rigide leggi marziali. La causa del disastro è ignota,e neppure si scoprono, a differenza di Twilight dove,un flashback dopol'altro, viene ricostruita la tormentata biografia di Edward, le modalità della trasformazione di Erre. Come se ci si potesse svegliare una mattina mutati in zombies così,senz'altro motivo che la noia e l'apatia. L'apatia in cui galleggiano Erre e i suoi compagni,perennemente assorbiti dai medesimi, sterili gesti che lasciano ben pochi spiragli a uno sguardo, a un contatto casuale, a qualche grugnito reciproco al bancone semidistrutto di un bar. Zombies fin troppo simili a noi,nella vasta gamma di apatie che caratterizzano la nostra società : ci sono i due bimbi ormai privi di gioco e fantasia,lo stakanovista che resta piantonato al check in di un aereoporto dove nessuno parte o arriva più,quelli che fanno gruppo solo per noia o convenienza (in questo caso ridurre le rispettive possibilità di beccarsi un proiettile in testa). C'è il signor M,tipico uomo di mezza età dalla giacca troppo larga e dagli orizzonti troppo stretti. Infine c'è Erre, che veste come Donnie Darko,pensa molto e parla poco, ha uno pseudo-nome parecchio "teen"(presente la Effi di Skins ?),divora sketch di vita dai cervelli altrui come fossero reality e accumula memorabilia(riviste, dischi in vinile, giochini...)in una stanza tutta sua che, guarda caso, è un aereo in disuso. Proprio come gli adolescenti, con i reattori sotto i piedi ma ancora incapaci di far decollare i propri sogni. Perché Erre è, in realtà, un dizionario (de)ambulante dell'adolescenza,e come tutti gli adolescenti uscirà a poco a poco dalla propria "zombagine" grazie all'amore per una ragazza, July : inizierà a preoccuparsi di "non fare lo strano" davanti a lei, a comunicare di più e ad esprimere opinioni personali ("Smettila di fare spallucce!" è il costante rimprovero di July), fino all'abbandono dell'autismo iniziale in un sacrificio che restituirà la vita al suo corpo ogni giorno più caldo.
D'altra parte anche la ragazza si emanciperà dalla sua rigidità mentale per aprirsi allo sconosciuto, capace,sì,di masticarti con tutte le altre, ma anche di cogliere in te qualcosa d'importante e speciale.
Novelli Romeo e Giulietta (la scena del balcone strizza ironicamente  l'occhio a Shakespeare e il finale in cui R., pur ricordando il proprio nome, non vuole rivelarlo, sembra rispondere alla celebre, dolente domanda di Giulietta:" Romeo, perché sei tu Romeo?"  ), Erre e July dovranno contrastare due speculari tipi di apatia : da una parte la non vita degli zombies, dall'altro lato del muro la vita a metà di chi si limita a difendere i confini anziché allargare le vedute.
Ma l'amore dei due ragazzi è già stato-parafrasando Ligabue-"messo in circolo,come una novità",e a poco a poco molti altri corpi "contagiati" da questa novità iniziano a ridiventare caldi,nonostante l'avversione di quegli zombies talmente arresi da essersi ridotti a scheletri senza più volto né speranze. Il risveglio alla vita è graduale,e passa attraverso svariate manifestazioni dell'amore,spesso ridimensionato al solo aspetto romantico :per qualcuno è un tramonto a far battere di nuovo il cuore, per qualcun altro è riuscire finalmente a beccare un lancio con la mazza da baseball (impresa titanica per uno zombie),per i bambini è giocare a nascondino coi coetanei,per il signor M e per molti altri è semplicemente incrociare per caso il proprio sguardo riflesso in una vetrina buia,e fermarsi a guardare. Quante volte passiamo davanti allo specchio senza fermarci,o indugiamo frettolosamente su un dettaglio per poi riprendere il tram tram quotidiano? Gli zombies di Marion siamo noi ; ma non per questo devono farci meno paura.

                                             
 
                                             

2 commenti:

  1. Quel film appartiene proprio al genere che piace a me! Faro in modo di procurarmelo, mi interessa molto!

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  2. Ciao Maria.
    Sei la ragazza senza volto che è venuta nel mio blog?

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