Di tutto un po'......

mercoledì 1 settembre 2021

La piccola storia saggia di "Earwig e la strega"

Suonano alla porta della casetta di Bella Yaga e Mandragora,dove la piccola Earwig è finalmente riuscita a far fare al padre( putativo, ma le sue "forbicine" e le corna del demone che solo lei riconosce tradiscono una stretta parentela) e alla zia "tutto quello che voglio io"; la strega dai capelli blu va ad aprire e chi c'è? La rossa sorella,che,costretta dalle circostanze,anni prima aveva affidato Earwig a un orfanotrofio,e che ora ha adottato Budino, l'amico che la bimba credeva di aver perso lasciando l'istituto. Invece eccoli tutti lì,non più una bambina furbetta che l'ha spuntata su due finti burberi ottenendo una graziosa camera e gite in maggiolone, ma una famiglia, in cui le dinamiche della manipolazione( il più grande potere di Earwig, già beniamina dell'orfanotrofio) cedono a quelle dell'affetto.

La chiave di volta è Budino, che "sdoppiandosi" nel famiglio di Bella Yaga (l'animale rivolge la parola a Earwig proprio quando lei esprime nostalgia per l'amico, e spesso la bimba lo chiama Budino riconoscendolo in quel ruolo, nonostante lui neghi) segue la protagonista in tutto il suo percorso,come accade anche ad altre giovani streghe Ghibli quali Kiki e Mary. 

L'amico della strega,scialbo,timido o schivo, apparentemente in secondo piano, è invece molto importante: accoglie l'esplosione egoica della protagonista smussandone le insicurezze, gli eccessi e le incongruenze per convogliarla verso un equilibrio essenziale quanto sorprendente; in questo caso una strana famiglia che in passato alcuni eventi avevano diviso. Chiarirli sarebbe stato superfluo in questa breve piccola storia di affetti ritrovati proprio nella capacità di provare affetto. 

Un concerto finale degli "Earwig" riuniti, con la streghetta versione rock star come nell'immagine nella locandina( che lì purtroppo resta🤷) non avrebbe certo guastato, dato il fascino retrò dei flashback anni '70. Ma giusto quello,niente di più.

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